Partiamo da sabato sera. La partita a casa Angels ha avuto due, innegabili, aspetti positivi: la vittoria, che ha tolto la squadra dallo psicodramma di dover spiegare e spiegarsi quattro sconfitte consecutive, ed il ritorno, prepotente al limite della dipendenza, di Vico, miglior attaccate del campionato senza nemmeno stare a misurare dove sia il secondo. Stop. Perché sul tanto resto rimangono enormi punti interrogativi, che non sono esattamente salutari alla vigilia dei playoff: da un difesa ondivaga fino ad un attacco che è stato spesso "palla a Vico e vediamo che fa". Per tre quarti di partita i biancorossi sono stati oggettivamente sotto ad una squadra che non è arrivata ai playoff. È un fatto.
Forlì, insomma, arriva a questi playoff con tanti punti interrogativi e pochi esclamativi, ed avrà contro la squadra che (insieme a Piacenza) è la più lanciata del campionato. Se poi i riminesi arriveranno a Forlì rilassati e con la pancia piena, oppure come lupi famelici con testa libera e nulla da perdere, lo dirà il campo. Ma vedendo quanti sassolini ha da togliersi Bernardi (per non parlare di Foiera) propenderemmo per la seconda ipotesi.
Già, il derby. C'è elettricità nell'aria. Finalmente, verrebbe da dire visto il mortorio degli ultimi mesi. Una partita così sentita manca dalla Spring Madness: il numero dei tifosi presenti al palafiera sarà il termometro di quanto questa società sia entrata nei cuori. Duemilacinquecento anime le faceva anche la FulgorLibertas in zona retrocessione, a noi piacerebbe che l'asticella fosse più alta, pur sapendo che è obiettivo ambizioso.
A palazzo si respirerà un clima che nulla c'entra con la B. Bisognerà capire quali degli interpreti in campo reggerà la pressione senza venirne travolto, come tante volte è successo sulle tavole del palafiera. Vero che in campo ci sono attori avvezzi a certi palcoscenici, ma anche giovanotti a cui il pensare di giocare un derby davanti a qualche migliaio di belve, può far venire gli incubi. Peggiorati dal fatto che è una serie a 3. Forlì non può sbagliare da subito, a meno di volersi giocare la vita in trasferta.
Sará una partita di ritmi e di tattica. Berardi se la giocherà sulle debolezze croniche della truppa forlivese: in attacco, cinque fuori ad allargare il campo, in difesa, a mischiar zone più o meno adattate. Garelli volerà sulle ali di Vico e imporrà la panchina lunga quando i riminesi saranno stanchi. Scontro di nervi e di gesti: se qualcuno perderà la testa rischierà di indirizzare il match. Forlì favoritissima, con tutti i rischi del caso. Il palafiera sarà positivamente determinante se si comincerà forte, ma se si dovesse partir male, ecco che quelli in campo sentiranno quanto può essere forte la pressione da queste parti.
Sarà comunque uno spettacolo, da non perdere.