(ric.rom.) Pensavate di averle viste tutte? E invece no. Arriva anche il comunicato stampa di Massimilano Boccio. Che "chiarisce" la vicenda dal suo punto di vista. Allegato al comunicato, incredibilmente, ci arriva anche il documento della Procura della Repubblica con tutti i nomi degli indagati (che per ora non sveliamo per ragioni di privacy) più una serie di documenti con nomi, dati e cifre che, credeteci, ci impegneremo a "studiare" nei prossimi giorni. Intanto vi basti il comunicato di Mr. Maxim.
Egregi Signori,
in data 15 Luglio 2015, ai danni miei e della mia famiglia, è stato disposto da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì un sequestro ai fini probatori, sulle azioni della nostra società per un importo di quasi cinquanta milioni di euro (circa cento miliardi delle vecchie lire).
Il capo di imputazione? La suddetta Procura in persona del Procuratore capo Dottor Sergio Sottani, sostiene che le aziende di famiglia siano state capitalizzate in maniera fittizia, tramite conferimenti di "beni"inesistenti.
Penso adesso che, dopo mesi di silenzio, dove mi sono ammalato, sopportando sommessamente le più assurde accuse, critiche ed offese, sia giunto il momento di cominciare a difendere me, il mio operato professionale, ma soprattutto la mia famiglia a partire da mia moglie, oltre agli amici più cari, per intenderci quei pochi che ci sono sempre, nel bene e nel male.
Di certo la mia difesa non sarà su un volgare "scarica barile" o mirata a lanciare accuse ad altrui soggetti, ma semplicemente dimostrando nelle poche righe successive, unite a poche pagine di allegati, che non solo le nostre società di famiglia sono in buona salute, ma che il mio operato di consulente societario, libero professionista specializzato in emissioni di titoli, sia azionari che obbligazionari, è stato svolto come sempre, in modo corretto e soprattutto in linea con quanto permesso dalla legge.
In data 30 Luglio 2013, in base all'articolo 2465 del Codice Civile Italiano, io e mia moglie abbiamo conferito ad aumento del capitale sociale della Ditta di famiglia, i crediti che vantiamo della nostra precedente attività lavorativa, radicata nel territorio elvetico, nel quale eravamo residenti e dimoranti fino al 2012.
Crediti dei quali allego i precetti (allegati presenti ma che non vi mostriamo, ndr.) esecutivi ottenuti a tutela dei nostri crediti dal Tribunale di Zurigo (CH) tradotti in italiano ed autenticati da un notaio del Canton Ticino. Le oltre diecimila pagine della causa civile non le allego per ovvia praticità, ribadendo però come già detto altre volte, che la visione del fascicolo integrale è possibile per chiunque.
Il sopraccitato articolo di legge, "parla" molto chiaro, ossia il valore delle azioni societarie liberate, tramite la sottoscrizione del conferimento di crediti, rimane tale fino alla fine delle procedure di legge atte al recupero degli stessi. Di contro, se una volta terminate le procedure di recupero, dovesse esserci una qualsiasi incongruenza in Plus o Minus, la società è tenuta a modificare il valore del capitale socilae in base al proprio effettivo incasso.
Ciò premesso, per la ditta di famiglia denominata "Gruppo industriale Chirisi Boccio Spa" in ordine cronologico ho operato come segue:
1 Step - Richiesta ed ottenimento da Bankitalia del codice Isin per le azioni ordinarie IT0004967573
2 Step - Dematerializzazione presso Monte Titoli Spa del capitale azionario, ottenuta con l'attribuzione del codice 85897
3 Step non ancora percorso, la domanda di ammissione ai mercati regolamentati, per i quali ritengo che la nostra ditta non sia ancora "matura" dal punto di vista dei requisiti a garanzia dei terzi potenziali acquirenti, in sintesi i pubblici investitori/risparmiatori.
Per quanto suddetto, le cause civili, si vincono e si perdono, quindi non posso dare per certo e scontato l'incasso del risarcimento danni richiesto, ma ripeto all'infinito, per professionalità e rispetto per il lavoro che amo, che ogni operazione eseguita è pienamente autorizzata e consentita dalla legge italiana, e se qualcuno non approva questa legge è libero in un paese democratico, di provare a cambiarla.
Concludo con la ferma consapevolezza di aver commesso gravi errori nel passato, per i quali ho pagato e fatto soffrire le persone più care a me vicine, ma per la prima volta nella mia vita, per quanto io lo detesti, uso un poco di presunzione ed in questa particolare vicenda, grazie ad esperienza e qualche capello bianco, errori non ne ho commessi più.
Massimiliano Boccio