“Gringo Gringo” urlano dagli spalti. E’ la gente del barrio, accorsa dentro un palazzetto stracolmo e rovente aperto sui lati corti per evitare la calura. Sei venuto a “buscar mujeres aqui”? Tutte le attenzioni sono per l’unico uomo bianco sul rettangolo di gioco, ha un fischietto in bocca e si chiama Davide Ramilli. Coordinate: Luglio 2015, Repubblica Dominicana, Santo Domingo, gara 2 semifinale scudetto, ad arbitrare c’è una vecchia conoscenza dalla nostra pallacanestro. Una storia di basket dentro una storia di vita.
Davide ma come ci sei arrivato sui parquet di Santo Domingo?
Parquet? Andiamoci piano…cemento. Ho conosciuto Rinaldo Mercedes arbitro storico a queste latitudini. Mi sono presentato. Dopo 2 giorni, mi chiedono di andare ad arbitrare qualche partita in un torneo, così per darmi un’occhiata. Sarà un tour de force: 6 partite in 3 giorni. E ti posso assicurare che dopo un anno e mezzo senza fischiare e solo qualche corsetta nelle gambe, rigorosamente sulla spiaggia, i giorni seguenti faticavo a stare in piedi. Sai qui il basket è atletico e rapido, poco tecnico, ma veloce e parecchio impegnativo. Il torneo fu solo un assaggio, poi sono arrivati il raduno, le prove fisiche e i quiz. Mi sono fatto tutto il percorso per entrare a far parte a tutti gli effetti della flotta arbitrale Dominicana.
Piano, ragioniamo. Io ero rimasto al tuo sfogo su Facebook nel 2013. Ai 26 anni di carriera nel mondo del basket alle 300 partite in serie A e all’uscita diciamo non proprio in punta di piedi. Quindi cosa è successo e cosa ci fai là.
Ero stanco e amareggiato. E allora ho cambiato vita. Ho rilevato e ricostruito un’azienda che produce e vende pasta. Qui chi fa da se fa per tre ed è un paese in cui se hai voglia di fare fatica vieni premiato. La Pallacanestro è stata sempre importantissima per me, mi ha insegnato l’umiltà, mi ha dato stimoli e il piacere della fatica. Qui li ho ritrovati e sono contentissimo della mia scelta. E oggi eccomi qui ad arbitrare.
L’arbitro dei due mondi. Quindi non è stato solo un episodio, oggi sei dentro un sistema.
Dopo il torneo ho dovuto studiare per i quiz e mi sono impegnato nel ritiro. Non facile passare i quiz con il linguaggio tecnico arbitrale spagnolo. La serie A mi ha dato esperienza, ma mai dimenticare di essere umili ogni volta che si entra in un nuovo contesto. Qui ci sono alcuni arbitri esperti internazionali insieme a un gruppo di giovani ragazzi. C’è chi dell’arbitraggio ne fa una professione. Sebbene in Repubblica Dominicana non ci sia l’organizzazione Italiana, il movimento è solido. Il Basket è il secondo sport dopo il Baseball, ci sono giocatori NBA come Villanueva e Horford, qui ha giocato quest’anno anche Austin Freeman che però non ha portato la sua squadra ai playoff. Quanto a me è finita che ho passato gli esami, mi sono fatto le foto con il presidente della Federazione Dominicana e dopo una prima partita di ambientamento alla fine della regular season, sono stato chiamato a fare una semifinale scudetto, un campionato a 8 squadre che dura circa 4 mesi con un livello da media A2. Ad Agosto partirà anche il secondo campionato nazionale e gli impegni riprenderanno. Sono Pronto.
“Il mio basket è finito!” avevi scritto.
Prima di riprenderlo in mano ho deciso di costruire qualcosa per me stesso e l’ho fatto qua. Ho anche una figlia che presto compirà un anno. E qui ho ritrovato il calore del pubblico e un ambiente che mi ha accettato e che io rispetto. Cullavo il sogno di porter fare qualcosa e tornare a fischiare, eccomi. E Forlì? È vero che Girardi è entrato nell’organizzazione della nuova squadra?
Vero, come vedi tutto può succedere non solo a Santo Domingo. Qui si riparte dalla B.
Una bella B però. Rombaldoni può dare tanta esperienza. Pignatti è un giocatore spettacolare, un vero lottatore alla Bonamico, in pieno spirito “Marin”. Vi divertirete. e mi divertirò anche io, e non è detto che sentirete ancora parlare di me dalle colonne di Forlìbasket. Questo campionato Dominicano ha tante storie da raccontare.