"Se feci una telefonata 'esplorativa' al Comune di Forlì? Sì, la feci: mi pareva impossibile potesse disperdersi un patrimonio come la pallacanestro nella città di Forlì per importi di quel tipo...". Ad uno abituato ai salvataggi acrobatici col 'suo' Cesena Calcio (l'ultima mission impossible è partita nell'estate del 2013 e va in onda in questi mesi) deve sembrare pazzesco. "No, non sono un appassionato di basket. Ma seguo le cronache locali e sono geloso della mia Romagna come lo sono le tribù masai delle loro terre. Leggere che la seconda squadra sportiva della mia regione poteva essere cancellata dal suo campionato mi sembrava una cosa da pazzi".
Giorgio Lugaresi, presidente dell'AC Cesena, un anno e mezzo fa dovette suo malgrado risalire sulla tolda di comando del club bianconero, quella piccola realtà di provincia che da trent'anni, tra alti e bassi, ama ogni tanto intrufolarsi nell'attico del calcio italiano: la Serie A. Nell'estate del 2013 il Cesena, in Serie B, annaspava sotto una sobria cappa da 15 milioni di euro di debito. Li aveva messi insieme il giovane e avventuroso Igor Campedelli, poi riparato nel tepore dell'Algarve, lasciando sotto le macerie il cavalluccio marino. E con lui i vari soci rimasti, tra cui lui, Giorgio Lugaresi. Titolare di un 30% che rischiò seriamente di polverizzarsi. "Dovetti tornare in pista, senza volermi vantare esercitai una funzione di aggregatore carismatico di risorse economiche. Mi spesi tantissimo in prima persona. Un anno dopo avevamo dato una bella raddrizzata ai conti riuscendo nel contempo nella clamorosa impresa di tornare in Serie A. Ma non siamo ancora fuori dal tunnel".
Sotto Natale, come accennato, Lugaresi è incuriosito da quel che succede nella vicina Forlì. "Parlavo con un direttore forlivese di una filiale bancaria di Cesena. 'Vedi Giorgio', mi disse, 'te hai messo insieme 15 milioni di euro in poche settimane, a Forlì non siamo capaci di metterne insieme un paio per salvare il basket'. Mi pareva assurdo. Chiamai il Comune di Forlì per capirci qualcosa di più. Parlai con l'assessore Sara Samorì che, non me ne voglia, mi parve piuttosto acerba in materia. Chiacchierammo un pò, mi spiegò il quadro, poi mi passò il sindaco Drei, che era lì vicino. Ci scambiammo gli auguri e gli dissi che se mi fossi salvato in Serie A col Cesena mi sarei reso disponibile per dare una mano a Forlì".
Già, perchè nel calcio un'eventuale seconda stagione in Serie A raddoppia per una neopromossa i diritti tv, quella grande mammella che manca alla pallacanestro. Roba che al Cesena farebbe mettere la testa fuori dall'acqua una volta per tutte. "A quel punto per noi, col respiro economico che avremmo, investire nel basket sarebbe del tutto fattibile. Sorrido pensando che ho dato un milione e mezzo di euro ad Adrian Mutu per rescindere e non vederlo nemmeno giocare, mentre con quella somma da quanto mi par di capire si può fare un buon campionato di A2. Incredibile!". Gli chiediamo se, nella sua testa, si sarebbe trattato di entrare nel basket per farne la 'sezione basket' dell'AC Cesena e trasferire tutto al Carisport sulla falsariga delle polisportive spagnole, greche e turche. "No, assolutamente no. Per tradizione e impianto il basket in Romagna è Forlì". Ad ogni modo la questione sembra naufragare prima del via: per il Cesena, con soltanto 9 punti in classifica al tramonto di gennaio e una squadra in coma totale, pensare ad una permanenza in Serie A è come pensare di imbroccare il 'verde' ad un giro di roulette. E quindi, va da sè, Lugaresi dovrà reindossare l'elmetto e riprendere la sua battaglia coi conti bianconeri. Mentre Forlì, con tutta probabilità, dovrà arrangiarsi diversamente.
"Ma dove sono gli imprenditori forlivesi? Non ce n'è uno in grado di fare quello che ho fatto io, mettere a sedere una trentina di partner, colleghi e amici dicendo loro: 'signori, da questo territorio avete avuto tanto, tirate fuori 30.000 euro per uno'?. E se non c'è questa figura, perchè di far questo non se ne occupa l'amministrazione comunale?". Chissa se, tra un "Buon Natale" ed un "Felice Anno Nuovo", Lugaresi l'ha chiesto a Drei...