Adesso parliamo di basket. Lo chiede capitan Frassineti su facebook. Lo chiedono le decine, forse le centinaia di appassionati, che sui social network ormai da settimane mettono a repentaglio coronarie ed investimenti emotivi sul nuovo corso Boccio/Chirisi e che ora vorrebbero solo esultare per una tripla di Carraretto su assist no-look di Becirovic. E, se dio vuole, lo auspichiamo pure noi: che - sia sul web che sulla televisione: a proposito, martedi ripartiamo, solite coordinate - tanto vorremmo poterci concentrare sui report dai campi e non sulle disavventure societarie cui siamo stati abituati negli ultimi anni e, in forma diversa, nelle ultime settimane.
Forlì ha rischiato grosso, ma grosso per davvero. Bene che non si sia nemmeno cominciato a parlare, negli uffici Fip di Roma, in ragione dell'inammissibilità del ricorso di Matera. Perchè se avessero cominciato a interloquire gli avvocati, tra commi, disposizioni organizzative e diavolerie burocratesi non sarebbe stato facile scindere le innumerevoli sbavature romagnole in sede di iscrizione dai bordelli intestini interni alla LNP, in cui Forlì - più che vittima - è stata clava con cui percuotere la riccioluta chioma della Bragaglio. Il frullo della ormai nota ruolette russa s'è sentito. Clic: non c'era la pallottola. Meglio così. A costo di ripeterci, il Pirata Boccio - se davvero, come Rocky IV, è un uomo cambiato ("E se io sono cambiato, voi potete cambiare, tutto il mondo può cambiare") e se vuole che il mondo del basket italiano smetta di guardarlo con sospetto - deve mettersi il grembiulino e fare lo scolaretto modello. Non è facile chiedere a Pierino di non sparare alla supplente che scrive alla lavagna con la cerbottana, ma tant'è.
Rispettare modi e termini delle scadenze, pagare i tesserati, non spostare troppo in là le valute, dimenticarsi telefoni e indirizzi di certi consorzi fidi di dubbia attendibilità: ecco gli ingredienti. Poi possiamo prendercela con l'Ente Fiera, che con Grazioso faceva lo gnorri e con Boccio è diventato implacabile, oppure con i signorini della gestione precedente, quelli che con la destra dicevano di risanare e con la sinistra allargavano la voragine ben oltre i 2 milioni di euro non pagando neanche il caffè al bar 'Le Chic': ma quando Boccio decise di prendersi la FulgorLibertas, sapeva che avrebbe dovuto espiare un cumulo di peccati non suoi. Fosse partito da zero con un diritto vergine, avrebbe avuto la città ai suoi piedi esattamente come ce l'ha adesso senza dover annaspare in un mare di altrui debiti. Perchè non fece così? Resta un mistero.
Frattanto, finchè Zizic e Becirovic fanno allenamento a Villafranca, finchè leggeremo opache storie di assegni post-datati rimbalzanti da una gestione all'altra con allegate querele, finchè ogni singolo "passaggio" sarà più angosciante di un thriller di David Fincher, non cambierà la quotidianità. Quella che, tanto per dire, vede noi, redattori sul web di un piccolo/grande portale cittadino, solleticati malignamente da procuratori, dirigenti, espertoni e giornalisti da tutt'Italia, al grido di: "Occhio, salta tutto a novembre", "Non arrivate a Natale" e via negativizzando.
Tifiamo col cuore gonfio di speranza (ma occhi e orecchie sono vigili, come dedurrete da queste righe) affinchè tutto questo non sia un gigantesco Truman Show e la presentazione del Palafiera non resti un reperto storico a imperitura memoria di "quanto fummo dementi quella volta". Onestamente non avremmo mai pensato che migliaia di appassionati si sarebbero compattati convintamente, al grido di veronese memoria "Soli contro tutti", dietro ad una splendida e chiacchieratissima donna rumena e a suo marito, scanzonatissima "cartola" dalla simpatia irresistibile, dal capello tatutato, orgogliosamente bancarottiere.
Ma, per dirla tutta, non avremmo nemmeno mai sperato, nel mezzo dell'infinita notte in cui G&G relegarono l'immensa passione di una città, declinandola in una guerra per bande stile "Gangs of New York", che un bel giorno - in fin dei conti nemmeno troppo lontano - la pallacanestro forlivese avrebbe cominciato un campionato di A2 per provare a vincerlo.
E allora, eccheccazzo, parliamo di basket (possibilmente).