Prima o poi doveva arrivare il momento dei soldi: quelli veri, di garelliana evocazione. Il momento in cui non sarebbero più valse fidejussioni, pre-accordi, promesse, impegni, effetti (speciali o post-datati). Quel momento è arrivato e il flusso delle scadenze chiama Claudio Coldebella e la sua LNP ad officiare il primo vero "momento della verità" dell'epoca Chirisi&Boccio. Uno di quei momenti in cui non te la cavi con una battuta da cabaret, una slide proiettata sul muro o un improbabile documento Word.
Ammesso e non concesso che la fidejussione in discussione garbi a Coldebella (nel caso in cui non gli garbi occorre un assegno circolare, che è altra roba), a cavallo di quello che Giacobazzi definirebbe un weekend "da pavura", la questione dei liquidi si ripaleserà. Toccherà infatti a giocatori e staff tecnico misurare febbre e pressione della strana coppia: il 10 è giorno di stipendio, metti pure un paio di giorni di ritardo accademico, e allora rivediamoci pure dopo il fine settimana: ma lunedì 15 non si bluffa, la gente vuole i dindi sul proprio Iban. Agenti e tesserati, anche e soprattutto perchè hanno dato fiducia al club sottoscrivendo i poco ortodossi pre-contratti, sono col fucile puntato. Segnaliamo solo che Becirovic, a suo tempo, tra il far fallire la Virtus e bersi i rinvii di Madrigali optò per la prima. Mentre Ricci e Frassineti (fermo nello scrimmage con Verona per una contrattura. Ufficialmente) hanno una chiamata da Cremona che potrebbe trovare risposta se le incertezze non venissero spazzate a stretto giro di posta.
Per ora il progetto (parola grossissima, che nel basket andrebbe abolita) ha traballato ogni qualvolta hanno parlato la Chirisi ("seguo il basket, vidi anche qualche partita in America", "oggi è il mio compleanno") e Boccio (che ha esondato, ma vuoi mettere il divertimento?). Si sono intravisti lampi di credibilità in alcuni bei professionisti come Bucci, Frattin e Finelli, in un ritiro estivo in quota che mancava da vent'anni e in alcuni giocatori impensabili solo pochi mesi fa come Carraretto e Becirovic.
Sta di fatto che ora la palla torna in mano alla bella Mirela Chirisi e a Max Boccio. I quali - con i curricula che si ritrovano, i punti interrogativi da cui sono legittimamente circondati e la palese follia economico/finanziaria in cui si sono cimentati per inseguire il loro sogno - hanno un solo modo per far tacere i malfidenti: onorare, pagando con integerrima puntualità, ogni singola scadenza. A partire da quelle di cui sopra.
Non vogliamo nemmeno pensare che quello che Boccio definì a più riprese "un affare multi-milionario" posto in essere da gente che "grazie a Dio non abbiam bisogno di soldi" (arrivando al punto che la ricerca d'un main-sponsor par quasi essere una scocciatura) possa arenarsi dinnanzi a poche decine di migliaia di euro. E allora non resta che pazientare qualche giorno. Per capire se dietro questa colossale sbornia estiva c'è un minimo di sostanza. O se il frullo della nota roulette russa ci sta già consegnando, tra i risolini crudelmente ironici dell'Italia del basket, un repentino proiettile al posto sbagliato nel momento sbagliato.