Un feeling nato nel mondo del lavoro, col classico "amico dell'amico". E che oggi mette assieme, in un rapporto di consulenza, una stranissima coppia: quella formata da Immacolato Bonina - padre/padrone dell'eternamente ambiziosa Igea Barcellona - con un forlivese cestofilo doc come Ferruccio Tassinari.
Malgrado le centinaia di chilometri di distanza tra le rispettive basi operative, Ferruccio Tassinari, 44 anni, importatore di divani e mobilio dall'Asia, uno dei tanti soci entrati con entusiasmo nella FulgorLibertas 'allargata' di Grazioso (salvo - come tanti altri - venirsene via in tempi rapidi), si è capito fin da subito col presidentissimo siciliano Immacolato Bonina, 49, proprietario di una vasta schiera di supermercati a marchio "Sigma" prevalentemente in Sicilia e dal 2008 presidentissimo di Barcellona.
"Premetto - spiega Ferruccio, in passato anche allenatore e storico vice di Adolfo Marisi negli anni ruggenti di Faenza in B1 mentre a Forlì ci gustavamo McAdoo - che all'Igea c'è Antonello Riva che agisce in tutto e per tutto da General Manager. Quello con Bonina è un rapporto di collaborazione consulenziale di tipo prettamente personale. Bonina mi vuole attivo per lui su più fronti: individuazione di giocatori, anche giovani o semisconosciuti, idee, situazioni commerciali o di sponsoring potenzialmente interessanti". Resterà in ogni caso un 'lavoro a distanza'. "La prossima settimana scendo a Barcellona per vedermi col presidente - spiega ancora Ferruccio - perchè è corretto che prenda un contatto diretto con il club. Ma resta il fatto che ho un'attività lavorativa molto impegnativa, che mi fa viaggiare molto e che ha base a Forlì. D'altronde, grazie a smartphones e tecnologia, restare in contatto, anche da una parte all'altra del pianeta, in realtà è piuttosto semplice".
Tassinari parla di Bonina in questi termini: "E' una persona super-carica, un grande tifoso della sua squadra ma soprattutto un barcellonese legatissimo alla sua città. Talmente legato che non se l'è sentita di troncare con Perdichizzi, barcellonese pure lui, nonostante lo shock della primavera scorsa (Barcellona chiuse 1° ma fu sbattuta fuori al primo turno da Trento). Per il coach c'è stata comprensione perchè, come mi disse Bonina, 'ha pur sempre vinto la regular season e alla fine qualcuno gli giocava contro'. E così lo ha confermato, quando 9 presidenti su 10 non lo avrebbero fatto". Il legame con Barcellona, Bonina lo dimostra annualmente, investendo pesantemente capitali propri nella costruzione di squadre sempre ambiziose. "Bonina è consapevole che se stacca la spina lui, la società faticherebbe a tirare avanti". Il patron barcellonese, a quanto pare, ha "un debole per Forlì". "Quando venne a fare la prima finale di B1 contro la Vem di Di Lorenzo che poi perse la serie successiva con la Fortitudo, rimase a dir poco folgorato dal Palafiera e dal pubblico. Mi dice sempre 'Forlì con quell'impianto deve fare almeno 5.000 tutte le domeniche!'. E io gli ribatto 'sì, ma ci vuole qualcuno che cacci i soldi! Chi li caccia i soldi? Li cacci te?'. E lui, scherzando: 'Dai, quasi quasi mi trasferisco a Forlì'. Al chè io chiudo la conversazione: 'Se a Barcellona, dopo che hai messo 2 milioni di euro per la squadra, sanno che hai anche solo pensato una roba del genere, ti strozzano vivo!'".
C'è orgoglio, nelle parole di Tassinari, per questa opportunità. "Ebbene sì, lo ammetto. Fa piacere che persone extra-forlivesi vedano in me capacità che la mia città al contrario non mi riconosce: ma non me ne faccio un cruccio, non sono nè il primo, nè l'ultimo, cui succede questo". Sulla sua breve esperienza nella composita FulgorLibertas di due estati fa, Tassinari glissa con eleganza: "Ho provato a entrare, con una piccola quota, dentro la FulgorLibertas, perchè vedevo veramente i presupposti per fare un grande lavoro. Mi limito a dire che non ero in sintonia col modo di gestire la società da parte di Grazioso e dei suoi collaboratori".
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Immacolato Bonina