Malignamente verrebbe da dire che non ha potuto sopportare vedere il suo grande amico Romano Prodi umiliato dalla demenza del Pd e ha preferito andarsene. E così è morto, 67enne, a Milano, Angelo Rovati. Aveva combattuto qualche anno fa contro un tumore, era dato per spacciato, ma con una tempra non indifferente sembrava essersi buttato alle spalle il malanno. Era apparso in tivù a Piazza Pulita su La7 qualche settimana fa: sembrava in buone condizioni, a parte la voce molto flebile. Era sposato con la stilista Chiara Boni. Ex-giocatore di buon livello (anche della Libertas Forlì 1946: 1969/70, poi dal 1971 al 1974), nella nostra città ha però scritto da dirigente le pagine - nel bene e nel male - storiche. Dentro il turbolento quadriennio 1994/1998 l'ultima, memorabile, promozione in Serie A - all'epoca si chiamava A1 - culiminata col 3-0 alla Rimini di Myers, da parte della prima squadra cittadina; a seguire anche un maldestro tentativo di fusione con Rimini fino alla improvvida consegna del club a Piero Paganelli. Vi riproponiamo, di Angelo Rovati, il ritratto a suo tempo fatto per la "Hall of Shame" di forlibaket.
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Qualcuno forse parlando di Angelo Rovati vede il bicchiere mezzo pieno e magari dirà che è ingeneroso inserirlo tra i personaggi-no del basket forlivese. In effetti nessuno nega che Rovati sia stato un grossissimo intenditore di pallacanestro, un personaggio di grande carisma, un uomo capace di risollevare nella sostanza e nello spirito la Forlì post-disastro nucleare Corbelli regalando alla città alcuni mesi indimenticabili. Ma il "vero" Angelo Rovati va giudicato nell'arco non solo del fantastico anno (il 1994/95) che fece impazzire di gioia la città per il 3-0 a Rimini ma anche per quello che di disastroso combinò nel triennio successivo. Si presenta nell'estate del 1994 scambiandosi la squadra con Corbelli: tu prendi Roma che io prendo Forlì. La città, scottata dalle porcate di Mr. Telemarket, guarda con un attimo di sospetto. Ma poi il corpulento bolognese fortitudino è un vero mago. Dapprima millanta il suo amore per la città figlio di un paio d'anni giocati qua da giocatore, poi nomina gli storici dirigenti Achille Galassi e Romano Tramonti nel consiglio (con ruoli ovviamente simbolici), poi trasborda in Romagna un plotone di buoni giocatori a costo zero (Niccolai su tutti, ma anche Attruia, English e i promettenti Antinori, Monti e Moltedo). Prosegue con leccate assortite alla città, fa una bella presentazione al Polisportivo della Cava urlando a squarciagola tutte le cose che i forlivesi vorrebbero sentirsi dire: "Siete, anzi siamo, una grande piazza, riempiremo il Palafiera, la curva si chiamerà Curva Romagna". E ancora: "La squadra giocherà per sempre con la maglia biancorossa, ci mancherebbe!", tuona Rovati dopo anni di colorazioni assortite in ossequio allo sponsor. Riesce perfino a far digerire (diciamo "tollerare") alla città un personaggio di rara spocchia come Piero Parisini, il suo braccio destro, ovviamente fortitudino-doc. Come va quella stagione lo sappiamo tutti. Un trionfo. Estate successiva. Tutti ebbri di gioia. Per prima cosa maglie gialloverdi, "sennò lo sponsor ci dà di meno". Ma come: le maglie non dovevano essere per sempre biancorosse? I "Mostri" della Curva Romagna stampano un adesivo in cui chiedono a Rovati e a Severi (il patron dello sponsor Olitalia) di rivedere la decisione.
Non l'avessero mai fatto: tragedie greche al primo allenamento, con Rovati imbufalito con i ragazzi (che gli stanno tra l'altro facendo la campagna abbonamenti tappezzando la città di volantini!) e che erano stati definiti solo pochi mesi prima "Il sesto uomo, il pubblico più bello d'Italia, bla bla bla". Poi la squadra: il bizzoso ma adorato Williams non è previsto, l'enigmatica coppia straniera è formata da Brent Scott (che si presenta 20 Kg sovrappeso ma dimostrerà di essere forte) e l'indegno James Bryson. Il "Corriere di Forlì" "osa" esprimere qualche perplessità. "Vi mando tutti a vedere la Fulgor" tuona il patron, che rompe con la testata di Foggetti. Durante l'anno torna Williams, la piazza cerca con difficoltà un suo equilibrio, ma è chiaro che le sbroccate di Rovati sono ingestibili. Al termine di un arroventato Forlì-Fortitudo, il proprietario di Forlì (ah, già, nel frattempo dimessosi ha nominato presidente Tramonti... e più avanti Zelli... Ah Ah Ah), unico caso al mondo, denuncia la sua curva per uno striscione offensivo, con diffide e avvisi di garanzia a seguire. L'anno dopo si retrocede. Rovati è ormai svuotato dai suoi stessi deliri, la legge Bosman fa fuggire i buoni, quelli sotto contratto (Niccolai) vengono ceduti, difficile salvarsi con Maslarinos, Dreliotzis, Focardi più gli impresentabili scarti riminesi Ferroni/Semprini. Durante l'estate tentativo d'omicidio ai danni del basket forlivese: sventata all'ultimissimo la tragicomica fusione con Rimini (sic!). Ma l'assassinio è solo rinviato. Rovati ha però l'accortezza di cedere l'arma del delitto all'inqualificabile Piero Paganelli, rimanendo comunque il mandante occulto del reato. Ma questa è un'altra storia... Nel frattempo, i casi della vita, il vulcanico Rovati è diventato uno dei più vicini consiglieri del mite Romano Pordi... Fino alla voce di una candidatura nel Collegio di Forlì per il Senato, per le politiche del 2006... fortunatamente risoltasi in un falso allarme... A settembre 2006 Angelo Rovati è nuovamente nell'occhio del ciclone: dribbla Prodi e va da Tronchetti Provera a progettare la ristatalizzazione di Telecom Italia. Ne scaturirà un polverone immane...
Rovati giocatore
(foto da Libertas Pallacanestro Forlì, di Marino Mambelli)
Angelo Rovati in compagnia del suo fedele
braccio destro dei tempi forlivesi:
il 'papa' Piero Parisini
(foto da Libertas Pallacanestro Forlì, di Marino Mambelli)
Da sinistra a destra: Romano Tramonti (presidente 'onorario' della Libertas 1946 ai tempi della presidenza
Rovati; Piero Parisini; Rovati; Achille Galassi e l'ex sindaco di Forlì, Sauro Sedioli
(foto da Libertas Pallacanestro Forlì, di Marino Mambelli)
Rovati con Romano Prodi, di cui era amico e consigliere
Uno scatto più recente: Angelo Rovati con la seconda moglie, la stilista Chiara Boni