Serata tranquilla al Palafiera. Dopo una settimana di tensioni, di conferenze stampa difficili e di incontri di Grazioso con i tifosi per rassicurarli che la squadra non verrà smantellata, il palasport forlivese si presenta all'appuntamento casalingo in diretta nazionale estremamente compassato.
Ben prima della partita vengono affissi sulla balaustra del lato ospite tre striscioni. Il primo recita "domattina tutti tutti tutti in piazza" con il terzo "tutti" sottolineato per rafforzare un concetto che già con i primi due "tutti" (soprattutto il secondo) era chiaro: ovvero l'invito ad essere presenti in piazza Saffi domenica mattina per dare dimostrazione del proprio appoggio alla squadra sotto gli uffici comunali.
Il secondo striscione è etico e poetico: "Forlì vive di basket, il basket deve vivere". Un solitario, evidentemente fuori dal coro, attacca invece un piccolo striscione che, con uno sferzante e tagliente gioco di parole, accosta il nome del palazzo "PalaCredito di Romagna" ad un allusivo "PalaDebito di Romagna". Ma, come già detto, è un episodio isolato e di scarsa importanza.
Nemmeno dalla curva degli ultras fanno accenno alle ultime vicissitudini societarie. Preferiscono infatti toccare il sentito tema degli aiuti, a volte eccessivi, agli extracomunitari. Chiedono, i fans, che la stessa attenzione che viene rivolta ad altri settori venga anche rivolta allo sport cittadino. Lo striscione: "Per gli ultimi arrivati agevolazioni e case popolari, per lo sport forlivese indifferenza totale". Poco importa che il Sindaco Balzani, ad un forumista di Forlibasket aveva risposto così: "Caro Emanuele, se fare qualcosa significa cercare soldi in cambio di favori in campo edilizio, mi spiace ma non lo farò mai. Se significa favorire la squadra, lo stiamo già facendo. Chieda a quanto ammonta il debito della Fulgor con le strutture comunali e fieristiche e le paragoni con quello che regolarmente pagano tutte le altre società: noterà che vi e' una certa differenza. Cordialmente. Roberto Balzani"
Nonostante questo, a pochi minuti dall'inizio della partita le facce dei dirigenti sono preoccupate. Come ci confida uno di loro, la senzazione che hanno è "oggi qua ci fanno un culo così" (testuale). In realtà dopo la presentazione della squadra, accolta da una standing ovation e dopo i primi cori, i dirigenti si rilassano consapevoli che non ci sarà alcuna contestazione nei loro confronti.
La partita scorre via liscia. L'unico sussulto si ha a causa degli arbitri. Si tifa, si canta ("fino alla fine i biancorossi" il più gettonato) e si esulta ai canestri di Borsato. Alla fine, nonostante la sconfitta, ci sono grandi applausi per tutti, soprattutto per Todic che saluta il palazzo in cui, probabilmente, gioca per l'ultima volta. Anche i dirigenti, scampata la paura della contestazione, possono tirare un sospiro di sollievo. Ed uscire dal palazzo. Sorridenti.