Il caso


 
 
                  
Gianluca Miccoli, 1980 del Basket Roveleto, picchia un arbitro dopo 8' di gioco: partita sospesa e scontata vittoria a tavolino per l'Aics. Che conquista una promozione... senza potersene godere la festa...



Indubbiamente il modo peggiore per uscire
da una finale-promozione è perderla: su questo non c'è dubbio. Al secondo posto però c'è quello che è successo all'Aics Forlì: vincerla, ma non essere messi nella condizione di poter festeggiare. Perchè arriva un Gianluca Miccoli qualunque da Roveleto di Cadeo. Che tecnicamente, se vogliamo, ti fa anche vincere. Ma rovinandoti la festa. E mandando a ramengo il Berlucchi che avevi legittimamente messo in ghiaccio per una serata da passare meritatamente "in baracca", dopo mesi di sacrifici in palestra...

Villa Romiti di Forlì, ore 21:25. L'Aics Forlì sta conducendo col punteggio di 16-13 Gara2 della finale che mette in palio la promozione dalla C Regionale alla C Dilettanti. A 2'51" dalla fine del primo quarto la squadra forlivese, davanti a 400 spettatori, sembra avere il piglio giusto per bissare la vittoria di Gara1 e conquistarsi il meritato salto di categoria; ma di contro gli avversari di Roveleto non ci stanno, e anche se l'inerzia della serie è tutta per Forlì sembrano intenzionati a "vendere cara la pelle". Il tema tecnico della partita riprende quanto visto 4 giorni prima nel Piacentino: l'Aics cerca in modo ossessivo Massari. E lo trova pure, se è per questo. Il lungo argentino, fuoricategoria per fisico e tecnica, già Mvp a Roveleto, è dalla palla a due che sta martellando i suoi diretti antagonisti: già 9 i punti messi a segno del gaucho in nemmeno 7 minuti di partita.

Tra i suoi diretti avversari ce n'è uno che di qui a breve salirà tristemente agli onori della cronaca: si chiama Gianluca Miccoli. 2 metri triestino, classe 1980, dal 2007 il lungo gioca coi gialloblu di Roveleto. Che esattamente da 4 anni, cioè da quando c'è lui, tentano - senza riuscirci ma investendo non poco - di fare quello stramaledetto salto che proprio non riescono a perfezionare: quello che dalla C Regionale (la ex-C2) ti conduce al primo campionato nazionale, la C Dilettanti.

Sarà la frustrazione "generale" per l'ennesimo campionato che sembra gli stia sfuggendo di mano. Sarà la frustrazione "particolare" per quel Massari che proprio non si riesce a tenere (e che nell'azione precedente forse ha "sfondato", ma Miccoli è caduto a terra e l'arbitro Bergami di Bologna ha soprasseduto facendogli cenno di alzarsi). O forse è semplicemente uno di quei momenti in cui "ti si chiude la vena", e il resto conta zero: ci sei solo tu, con la tua irrazionale furia pronta ad esplodere sul malcapitato che ronza dalle tue parti.

Sta di fatto che Miccoli sta difendendo duro in post basso su Massari, che lo sfida per l'ennesima volta. Arriva il fischio di Bergami, che sta dirigendo il match col felsineo concittadino Azami. Un fischio normalissimo che blocca il gioco per la più canonica sportellata, o forse era un semplice hand-checking: fallo di Miccoli. Robe come se ne vedono a decine in ogni singolo quarto di gioco. Ma cala la notte sulla mente dell'atleta emiliano: che pochi attimi dopo il fischio di Bergami... lo sta prendendo a pugni in bocca. Lo chiude all'angolo di un Villa Romiti che proprio in quell'angolo, nello spigolo tra le due tribune, con le loro transenne, ha sembianze tremendamente affini ad un ring pugilistico: nessuna via di uscita per Bergami, chiuso all'angolo, cui arrivano una, due, tre bordate in pieno volto.

Tra lo sgomento del pubblico, i giocatori separano come possono il lungo piacentino dal malcapitato fischietto (e hanno il loro bel da fare)... il grigio perde sangue e si avvicina al tavolo. Ufficializzata l'espulsione più scontata della storia, Bergami raduna collega ed ufficiali di campo e porta tutti nel loro spogliatoio. Spogliatoio dal quale arbitri, refertisti e cronometristi non usciranno più: partita sospesa sul 16-13 al 7'09". Risultato che nelle prossime ore verrà omologato o convertito nel classico 20-0 a tavolino, a sancire la promozione - 6 anni dopo - dell'Aics Forlì in C. Per Miccoli la prevedibile maxi-squalifica, se non si parlerà di radiazione, potrebbe essere il minore dei problemi: la sensazione è che postranno esserci strascichi non esattamente irrilevanti anche in ambiti extra-Fip, anche perchè Bergami, con un naso vistosamente malmesso, è stato trasferito al Pronto Soccorso dalla Croce Rossa. Segnaliamo che un dirigente del Roveleto Basket, segnando una 'presa di distanze' da parte della società rispetto al suo sconsiderato tesserato, ha seguito l'arbitro al Morgagni/Pierantoni per sincerarsi delle sue condizioni.

200 cm classe 1980, originario di Trieste, Gianluca Miccoli era uscito proprio dal settore giovanile della ex-Stefanel, per dar corpo ad una carrierina neanche malvagia, in giro un pò per tutta Italia, isole comprese: Cefalù (B2 e B1), Sassari (B2), ancora Cefalù (B2), Erice (C1), poi Bernalda (C1). Quindi la stabilizzazione nell'alta Emilia: dal 2005 al 2007 nella Piacenza oggi di Scarone, ma che all'epoca naviga più in basso, getta le basi e proprio con Miccoli salta dalla C2 alla C1. Dal 2007 a Roveleto. Nella stagione in corso non era orginariamente nel roster, vi si è aggiunto nel corso dell'annata. Giocatore abbastanza noto in regione per il suo temperamento focoso, annovera 5 anni fa un "precedente" siginificativo: botte ad avversario e 6 mesi di squalifica. A Roveleto sapevano che era una "testa calda".... e infatti per Gara1 non era stato neppure convocato, per evitare che combinasse disastri.. è stato chiamato in Gara2 per sostituire un altro giocatore che, purtroppo non solo per lui, non stava bene.

Tornando in Via Sapinia, dopo il 'fattaccio' le facce dei giocatori, sia emiliani che romagnoli, sono di sconcerto. Sconsolati, pascolano sui legni del vecchio Romiti. E sembrano tutti dire: ma come, eravamo qui per una partita, e dopo neanche mezz'ora ce ne andiamo? E le espressioni del viso sugli spalti non sono molto diverse. In campo, tra gli aicessini, che pure maturano in pochi minuti la certezza che da quello zibaldone scaturirà in ogni caso la loro promozione, proprio non si riesce ad esultare o abbandonarsi ad alcuna espressione di entusiasmo come si converrebbe innanzi un campionato vinto.

Al di là dell'infausto epilogo, val però la pena dedicare qualche riga ai protagonisti Aics. E' l'ennesimo salto di categoria - l'ultimo? - con la maglia blu-arancio per capitan Gaiotti; è la grande rivincita di coach Chiadini e Stefano De Fanti, due irregolari di talento tornati nella loro Forlì per vincere dopo i rispettivi esilii; è la soddisfazione al primo colpo di Mario Nazzaro, il cui salto dall'Artusiana all'Aics ha fatto discutere non poco ma il cui esito finisce per dar ragione al ds; è un risultato nella logica delle cose per Boero e Massari, giocatori da piani più alti. Ed è anche l'8° promozione in 10 anni per la società di Gabriele Ghetti e Michele Bandini: quella che riporta i due giovani dirigenti lì, in quella C1, dove pure ben figurarono nel 2005/06, ma dalla quale si autoesclusero volontariamente, scegliendo di ripartire dalla Promozione, dopo un solo anno, bastato a capire che per quel campionato lo sforzo economico/organizzativo necessario non era sostenibile. La grande sfida della società Aics è adesso proprio quella di presentarsi con le spalle sufficientemente robuste al probante test della C1.
 
Contenuti Multimediali
La sequenza folle di Miccoli
Il commento di Luca Chiadini
Riccardo Girardi
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A cura di
Riccardo Girardi
riccardogirardi@forlibasket.it



Articolo pubblicato
Giovedì 02 giugno 2011 22:36

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