Polemica


JesoloSanDonà: dalla ragione al torto
Racconto semiserio della sfibrante polemica in 3 atti contro Forlì
che la società veneta sta portando avanti sul suo sito internet

Il presidente dello JesoloSanDonà Basket,
Giambattista Ferrari. Sul sito internet
della sua società il patron veneto
sta conducendo un aspra polemica contro Forlì...


[R. G]  Primavera, primi soli. Siamo a Jesolo, anzi, Lido di Jesolo. La Milano Martittima (un filino meno fighetta, beati loro) del Veneto. Una spiaggia sabbiosa tutta da godere, con quella prima tintarella che ti bacia in fronte. Idilliaco, non trovate? Macchè, meglio polemizzare. Con chi? Con Forlì, ovviamente. E confusamente.

Si ma chi polemizza con chi? Raccontacela meglio. Eccoci. Soggetto: la società JesoloSanDonàBasket. Cos'è successo, santo dio? Cosa c'entra Forlì? Ve lo spieghiamo. All'inizio hanno ragione loro. Ultima di andata. Forlì sale sul litorale veneziano. Bisogna vincere per conquistare il primo posto (così sarà). Parecchi forlivesi in trasferta. Prima della palla a due tra i giovani della curva qualcuno fa la furbata. Un manipolo paga il biglietto ed entra, altri restano fuori. Di quelli entrati regolarmente alcuni si sistemano al loro posto. Altri aprono repentinamente le uscite di sicurezza e provano a far entrare di soppiatto gli amici rimasti fuori. Missione miseramente fallita: il 'numero' viene presto sgamato dal personale in servizio al palasport. Apriti cielo: lo speaker, con le squadre in campo per il riscaldamento, tuona a mille decibel. 'Il pubblico di Forlì deve uscire', urla accalorato. Mancano solo le sirene stile bombardamento dei tedeschi nella seconda guerra mondiale. Ma hanno ragione loro, ci mancherebbe altro. Il gruppo esce, si rientra previo possesso del biglietto. La figuraccia è individuale, per l'esattezza di quei nostri concittadini che si sono fatti riconoscere, e non proprio onorevolmente. Il risentimento per il palese tentativo di prenderli per la terga da parte della società di JesoloSanDonà è sacrosanto.

L'indomani, sul sito della società, esce un comunicato. Si intitola: "Prima l'educazione poi la pallacanestro" e lo firma addirittura il presidente in persona: Giambattista Ferrari, che vezzosamente si firma GBF. QUI PER LEGGERLO. Molte cose scritte da GBF sono corrette e comprensibili, ma non mancano alcune inesattezze... e non del tutto irrilevanti. Una, anzi, rilevante lo è abbastanza. E riguarda Viaggi Ramilli, l'agenzia viaggi di Forlì che nella settimana precedente al match si è resa responsabile - agli occhi di GBF - di un atto gravissimo: ha provato ad organizzare un pullman di tifosi alla volta del Veneto. Avendo intravisto nei giorni precedenti alla partita su FB e sul sito della FulgorLibertas informative che pubblicizzano l'iniziativa, per GBF Viaggi Ramilli è in già da quel momento direttamente responsabile del futuro comportamento dei 150 forlivesi in trasferta. E, va da sè, è già moralmente responsabile delle scorrettezze poste in essere dai "portoghesi romagnoli". Col piccolo particolare che il pullman di Viaggi Ramilli, causa 7 iscrizioni al giovedì, nemmeno parte dalla Romagna. Viaggi Ramilli, tramite il suo titolare (e appassionatissimo di basket) Gianluca Ramilli, saputo del comunicato e dell'incongrua 'associazione' tra la sua azienda e il 'fattaccio', contatta la società JesoloSanDonà per chiedere di modificare l'inesattezza pubblicata e 'chiamare fuori' la propria agenzia da una vicenda che non la riguarda neppure di striscio. Dall'altra parte del telefono lo prendono a male parole e gli sbattono la cornetta in faccia.

Allora Ramilli contatta un suo legale, che invia una bella lettera in cui intima alla società JesoloSanDonà di pubblicare una rettifica che salvaguardi il buon nome dell'agenzia: l'alternativa è una querela, e ci vediamo in tribunale poi. Improvvisamente ridestatosi dinnanzi alla carta intestata di uno studio legale, GBF pubblica un secondo comunicato, recante un titolo geniale: "Prima l'educazione poi la pallacanestro / Secondo tempo". Il comunicato riprende in sostanza la precisazione di Ramilli, che dopo aver chiarito di non c'entrar nulla con quanto successo a Lido di Jesolo, sottolinea che più in generale un "trasportatore" non risponde mai al mondo delle stronzate commesse dai passeggeri trasportati. Concetto perfino scontato, diremmo. Ma non per GBF. Che ci mette il tocco d'autore. Aggiungendo al comunicato un post-scriptum sul quale omettiamo ogni commento. QUI PER LEGGERLO.

Finita qui? Nient'affatto. Può mancare infatti un "Prima l'educazione poi la pallacanestro / Terzo tempo"? Certo che no. QUI PER LEGGERLO. GBF, non pago della vicenda, riprende in mano il pc. E spiega che la socidetà JesoloSanDonà non è venuta a ritirare la Coppa Italia di B2 2008 che le si sarebbe dovuta consegnare alle Final Four di Forlì (la sempre lucida Lnp dovete sapere che consegna le coppe ad un anno di distanza dalle manifestazioni). Un boicottaggio in piena regola. Perchè - citiamo testualmente dal comunicato n. 3 - La nostra società ha ritenuto che sarebbe stato alquanto disagevole (disagevole, sic) ricevere il riconoscimento davanti ad una platea all’interno della quale sarebbero stati senz’altro presenti i responsabili dei fatti di Jesolo e pure i dirigenti del Forlì che hanno mantenuto un comportamento altamente omissivo nella vicenda.

Chiaro. Nessuno qui dorme la notte dopo questa dura - e alquanto disagevole - presa di posizione. 110.000 forlivesi maleducati, rappresentati dalle agenzie di viaggio cittadine tutte, sono pronti a prendere posizione. Prima però aspettiamo il "Quarto tempo", naturalmente.

Riccardo Girardi
Contributo originale a cura di forlibasket.it.
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A cura di
Riccardo Girardi
riccardogirardi@forlibasket.it



Articolo pubblicato
Martedì 14 aprile 2009 15:15

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