[R. G.] A volte certe lezioni te le danno i vicini di casa. O i tuoi dirimpettai. Sono lezioni talmente a portata di mano che meriterebbero di essere osservate con cura. Magari prendendo appunti. A Forlì sta avendo luogo, come ogni estate, la consueta mattanza. Guerre civili a sfondo cestistico su più fronti: caccia allo sponsor, caccia all'aiuto istituzionale, battaglie infracittadine per cavare sangue dalle rape di cartellini di giocatori di Serie Z, incapacità misto non-volontà di sedersi attorno ad un tavolo per fare del settore giovanile un patrimonio cittadino prima che individuale.
20 Km più a nord, per la precisione a Faenza, fanno una cosa semplice semplice. Di puro buon senso. E forse proprio per questo così difficile da ipotizzare su suolo forlivese. Come forse saprete, dall'anno prossimo sia il Club Atletico Faenza (cioè la Germano Zama, squadra di punta del basket italiano ed europeo), sia il giovane sodalizio Castrocaro/Faenza, pronto ad una B2 rampante, prenderanno posto al PalaCattani. Un impianto grande. Quindi con grandi potenzialità. Di pubblico, certo. Ma anche di spazi pubblicitari.
Prima di cominciare a scannarsi su una cittadina di 55.000 abitanti alla ricerca disperata di sponsor che acquistino spazi (striscioni, cartellonistica, parquet) che poi andrebbero di volta in volta cambiati a rotazione (con notevole dispendio di tempi ed energie), le due società hanno fatto una cosa intelligente. Si sono messe d'accordo: gli spazi dentro al PalaCattani li proporranno in un pacchetto unico. Si sono sedute ad un tavolo e hanno fatto le loro valutazioni. Quindi hanno tratto le conclusioni. La femminile - che ha più pubblico, più appeal e qualche partita su Sky - si prenderà una fettina un pò più grande. La maschile, pacificamente consapevole di costituire una realtà non al livello delle ragazze, si prenderà una fetta un pò più piccolina. Ma certamente superiore a ciò che avrebbe recuperato se, con impegno titanico, si fosse proposta autonomamente sul mercato.
Un'unica forza-vendita che non si fa concorrenza al ribasso. E gli sponsor felici perchè intercettano 2 tipi di pubblico in una volta sola. Le due realtà hanno siglato un accordo che, contrariamente a quelli (rari) che ogni tanto vediamo dalle nostre parti, ha carattere pluriennale, non è appeso da un momento all'altro agli imprevedibili e "gardiniani" tiraculi di una delle due parti. Presto partiranno le rispettive campagne abbonamenti: con la possibilità di abbonarsi all'altra squadra con un piccolo plus. Infine anche a livello giovanile, i vivai maschili e femminili, "pur rimanendo realtà distinte", si coaguleranno in iniziative unitarie "Obiettivo Basket" al fine di incoraggiare la gioventù faentina alla pratica cestistica.
I presidenti di Club Atletico e Castrocaro/Faenza, rispettivamente Enrico Piombini e Gaetano Mannino, sono forse due geni della comunicazione integrata? Sono forse due guru della strategia di marketing? Due fenomeni dalle trovate inimitabili? No, sono due presidenti che operano sullo stesso territorio e nello stesso sport, e che hanno capito che condividere una piazza e la sua passione, senza generare scontri fratricidi, è il regalo più bello che si possa fare alla piazza medesima. In sostanza il messaggio intrinseco che su Forlì tentiamo di dare da quasi 4 anni noi di FB. Con la creazione e la crescita continua del portale, con l'Album, con gli FB Awards e con le mille diavolerie che ci inventeremo da qui a più infinito. La Grande Famiglia del basket forlivese non è uno slogan vaticano anti-pacs. E' qualcosa che c'è, che esiste, che in qualche modo tentiamo di incarnare o a cui proviamo a dar voce. E che non ne può più del modo di ragionare pulcioso e individualistico di chi comanda le leve del nostro sport preferito sotto San Mercuriale.